Lorenza Pigozzi: “La guerra oggi è cognitiva. Difendere la verità è un atto di rivoluzione”

Nell’edizione 2025 del TEDxBelluno, dedicata al tema “Attrazione”, Lorenza Pigozzi, Executive Vice President e Direttore della Comunicazione Strategica del gruppo Fincantieri, ha portato sul palco un intervento di grande forza concettuale: “Guerra cognitiva e difesa delle narrazioni”. Un titolo che sintetizza perfettamente il cuore del suo messaggio: la nuova dimensione del conflitto contemporaneo non riguarda territori o armamenti, ma il controllo delle menti, delle memorie e delle verità.

Il discorso, tra i più commentati dell’intera edizione, rappresenta una delle analisi più lucide sulla trasformazione del potere informativo nell’era digitale. Si apre con un riferimento letterario che oggi suona come una diagnosi del presente: la celebre frase di George Orwell, “Chi controlla il passato controlla il futuro”. Nella logica della guerra cognitiva, questa massima si traduce in una nuova competizione strategica basata sulla riscrittura delle narrazioni e sulla manipolazione della memoria collettiva, che diventa a tutti gli effetti un’infrastruttura vulnerabile come un oleodotto o una centrale elettrica.

Quando l’informazione diventa arma: un’infodemia progettata per confondere

La dirigente di Fincantieri analizza con precisione la trasformazione dell’ecosistema informativo. Viviamo in un mondo in cui l’accesso all’informazione è potenzialmente infinito, ma la capacità di distinguere il vero dal falso è sempre più compromessa. Lorenza Pigozzi definisce questo fenomeno un “paradosso voluto”: la sovrabbondanza di contenuti non è un effetto collaterale, ma uno strumento di potere.

In questa saturazione continua, la narrazione che prevale non è quella più solida o verificabile, ma quella più aggressiva, più emozionale, più facile da ricordare. La propaganda non ha nemmeno bisogno di mentire in modo esplicito: basta creare storie semplici, familiari, confortevoli dal punto di vista cognitivo. È un processo facilitato dagli algoritmi, che non mostrano ciò che è vero, ma ciò che trattiene l’attenzione.

L’infodemia, dunque, non è solo un rumore di fondo: è una strategia. E quando tutto sembra uguale, il contenuto manipolato ha la stessa forza del contenuto autentico.

Pigozzi evidenzia la nuova minaccia nella realtà sintetica

Uno dei passaggi chiave dell’intervento riguarda il ruolo dell’intelligenza artificiale. Viene portato l’esempio di un dipendente di una multinazionale ingannato da una video call deepfake perfettamente costruita. Il risultato: un bonifico fraudolento da 25 milioni di dollari.

Questo episodio non è un’anomalia, ma un segnale. La realtà sintetica ha eroso l’ultima certezza su cui si basava la nostra fiducia: ciò che vediamo.

Non solo. La manager cita uno studio secondo cui basta lo 0,001% di dati corrotti per alterare il comportamento di un modello di IA. Se gli strumenti con cui cerchiamo di comprendere il mondo apprendono da contenuti manipolati, allora la verità diventa manipolabile quanto l’input che alimenta il sistema.

La riflessione mette in evidenza un punto cruciale: l’IA amplifica le opportunità del comunicatore, ma soprattutto ne aumenta le responsabilità. Affidabilità delle fonti, autenticità delle narrative e trasparenza diventano elementi centrali in un mondo dove la fiducia è una valuta sempre più rara.

La difesa cognitiva come competenza strategica

L’intervento invita a ripensare profondamente il ruolo della comunicazione strategica. In un’epoca in cui la memoria collettiva è terreno di scontro, proteggere le narrazioni autentiche significa proteggere la democrazia stessa. È una missione culturale, tecnologica e cognitiva.

Per questo Pigozzi introduce una figura che definisce “architetto della difesa cognitiva”: un professionista capace di leggere gli attacchi informativi, prevenire manipolazioni, interpretare pattern storici e gestire le dinamiche psicologiche delle comunità. Non un manipolatore, ma un custode della verità e del significato. Una figura che unisce competenze in storia, psicologia, intelligenza artificiale e comunicazione strategica.

Nel suo ruolo in Fincantieri – azienda che lavora quotidianamente tra innovazione, sicurezza e geopolitica – la manager vede questa evoluzione professionale come non più rimandabile.

Difendere la verità: il gesto più rivoluzionario dell’era digitale

La conclusione del suo intervento è una vera chiamata all’azione: difendere la verità non è un atto conservativo, ma rivoluzionario. Significa custodire la memoria, riconoscere le manipolazioni, sviluppare una consapevolezza collettiva che diventi un baluardo contro la distorsione sistemica.

La guerra oggi non si combatte nei cieli o sui mari, ma nello spazio informativo. E la linea del fronte è ormai nelle nostre menti.

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